I BRAVI RAGAZZI:
cm 190x100x90. Legno, ferro, vetroresina. 2011
     
Il tema è politico ma può essere trasferito nella sfera psicologica privata. Su alte palafitte si sostiene una baracca di lamiera, con tetto ondulato e pluviale posteriore. All’interno della baracca appare una scena come di teatro, in falsa prospettiva, bianchissima. Dal pavimento escono due figure tubolari rosa,i bravi ragazzi, che lasciano indovinare un atteggiamento affettuoso ma privo di slancio e velato di tristezza. Soprattutto sono evidenti la solitudine e l’isolamento dei due personaggi tra di loro e anche dal mondo. Infatti la baracca stessa è sollevata da terra e poggia su tralicci neri. Con la loro vita appartata e silenziosa, fondamentalmente egoista, non si rendono conto di permettere se non addirittura provocare l’ingiustizia e la violenza nel mondo. Richiudendo le porte infatti, il visitatore si accorge che la casa ordinata e serena altro non è che una oscena baracca di campo di sterminio. Il chiavistello rosso sangue ce lo conferma, ricordando la tristemente famosa stazione di Aushwitz, col binario dei condannati che entrava nel campo oltrepassando la sordida torre di guardia. E’ stato scelto questo esempio di somma ingiustizia semplicemente perché fa parte dell’immaginario collettivo.
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
  © 2011 www.fabiorossinisculture.it