NAUTILUS - PENSIERI FOSSILI:
     
Le opere esposte rappresentano una antologica dell’attività dell’autore dagli anni ’80 ad oggi. Fortemente influenzato dall’arte rinascimentale, l’autore ha inizialmente individuato nell’astrattismo lo strumento più congeniale per esprimere senza le distrazioni della figurazione, quella fede assoluta nell’umanesimo e nella razionalità che erano il vero tema dell’arte di quel periodo. Ma non potevano rimanere fuori le istanze completamente diverse che agitano i nostri tempi: l’inconscio coi suoi fantasmi, la sensazione dolorosa della relatività della nostra conoscenza del mondo, e di conseguenza la tentazione nichilistica e le paure e le angosce sulla vita e la morte, la sensibilità per il dolore di tanti uomini, come quello incontrato lungo la professione medica, i fantasmi della soluzione tecnologica ai bisogni dell’uomo, spesso nuova religione, l’attenzione per la natura, tanto esaltata quanto ridotta a puri meccanismi evolutivi casuali, ma anche l’intuizione di spiegazioni altre del mondo, di una rifondazione e di una rinascita imminenti, in dialogo affascinante quanto forse impossibile tra spirito e disillusione metafisica. Questi i temi affrontati nell’arte di Rossini, in primo luogo con l’intento di chiarire a se stesso le idee, poi di coinvolgere lo spettatore interpellandolo nel cuore, non solo nella mente. Ma con quale linguaggio? Rossini non ha dimenticato la scatola di Piero. Lo scheletro geometrico coi suoi valori psicologici elementari (ad es. la linea retta orizzontale come segno di immobilità, la linea obliqua come segno di movimento), attraverso i colori e la materia, dà origine a racconti complessi (ad es. la linea orizzontale se si materializza in un parallelepipedo scuro di legno consunto acquista il significato di un mondo senza vitalità e speranza di cambiamento, contrastato da rampe oblique colorate). Ne nascono composizioni nelle quali il messaggio trova una coerenza intrinseca nella solida struttura formale. Con il passare del tempo il linguaggio di Rossini si è fatto sempre più libero e concettuale e il gioco della trasposizione tra struttura e contenuto si è fatto più segreto e leggero, ma non per questo si è indebolito. Anzi, anche quando il pensiero si fa sottile o dubbioso, si intuisce la struttura come un irrinunciabile punto di forza, quasi metafora del nuovo nascente umanesimo. Su questa strada, Rossini si è liberato da ogni preconcetto riguardo ai materiali o gli strumenti da utilizzare, tutti privi di valori automatici, come ci ha insegnato da anni l’arte moderna, tutti potenzialmente in grado di esprimere la poesia dell’oggi, anche più efficacemente dei materiali tradizionali. Così dal prevalente uso del legno l’autore è approdato all’uso di oggetto di scarto o già fatti, plastica, gesso, vetro, ferro, tela, materiali elettronici, fotografie ecc.
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
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